La giovane ex demitiana nel collegio di De Mita è stata una trovata buona per l'immagine del rinnovamento. D'Alema a guidare la lista a Campania 1 è un tentativo di salvare il salvabile nell'elettorato diessino ancora sotto shock per la fine del bassolinismo. Follini al Senato è un occhiolino agli elettori democristiani, ben radicati in regione, orfani dopo 40 anni di zio Ciriaco.
Tutte scelte condivisibili o meno ma con una logica di ricerca di consenso inequivocabile.
Resta però da capire se il commissariamento della classe dirigente campana doveva necessariamente passare per l'imposizione di collaboratori ministeriali, portavoce e ministri vari, paracadutati in regione non avendo altrove nè seguito nè consenso, e non invece per quelle forze vive che pur sono ben presenti in Campania, a partire dalle amministrazioni locali, e che forse avrebbero potuto contrastare con il proprio radicamento quello che appare ai più un count-down inevitabile verso la sconfitta.
Si poteva fare di più? Si poteva, ma si è preferito di no.
mercoledì 5 marzo 2008
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