senza parole
martedì 29 aprile 2008
lunedì 21 aprile 2008
Diario elettorale 20: Calderoli vicepremier
Roberto Calderoli sarà il futuro vice-presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.
Non è una boutade giornalistica o un pezzo di satira di Maurizio Crozza o Corrado Guzzanti.
Lo dice un comunicato ufficiale della Lega.
L'autore del porcellum e delle magliette anti-islam sarà il vice di Berlusconi, in caso di assenza del capo presiederà egli stesso il Consiglio dei Ministri, sarà - anche se pro tempore - il Presidente del Consiglio: successore di Giolitti e De Gasperi, Fanfani e Moro.
Scosse telluriche previste in tutta Italia, diversi epicentri individuati: sono gli statisti che si rivoltano nelle tombe.
Non è una boutade giornalistica o un pezzo di satira di Maurizio Crozza o Corrado Guzzanti.
Lo dice un comunicato ufficiale della Lega.
L'autore del porcellum e delle magliette anti-islam sarà il vice di Berlusconi, in caso di assenza del capo presiederà egli stesso il Consiglio dei Ministri, sarà - anche se pro tempore - il Presidente del Consiglio: successore di Giolitti e De Gasperi, Fanfani e Moro.
Scosse telluriche previste in tutta Italia, diversi epicentri individuati: sono gli statisti che si rivoltano nelle tombe.
venerdì 18 aprile 2008
Diario elettorale 19: quali valori?
L'apparentamento tra PD e Italia dei Valori era stato spiegato come un escamotage tecnico per dare visibilità alle battaglie sulla legalità di Di Pietro con l'impegno che lo stesso avrebbe costituito un gruppo unico del Pd in seno al parlamento.
Si è detto di no ai Radicali, scioltisi nelle liste del PD, si è detto di no ai Socialisti, dissoltisi nella bufera elettorale, si è detto di no, se vogliamo, anche alla Sinistra Arcobaleno che non è andta incontro a miglior sorte.
Eppure qual è il primo atto di Di Pietro una volta ottenuto, seppur nella sconfitta, un discreto successo elettorale: sconfessare l'impegno primo assunto con gli elettori di una semplificazione del quadro politico e di una confluenza nel PD.
Un'Italia dei Valori che alla parola data e agli impegni presi dà valore zero...
Si è detto di no ai Radicali, scioltisi nelle liste del PD, si è detto di no ai Socialisti, dissoltisi nella bufera elettorale, si è detto di no, se vogliamo, anche alla Sinistra Arcobaleno che non è andta incontro a miglior sorte.
Eppure qual è il primo atto di Di Pietro una volta ottenuto, seppur nella sconfitta, un discreto successo elettorale: sconfessare l'impegno primo assunto con gli elettori di una semplificazione del quadro politico e di una confluenza nel PD.
Un'Italia dei Valori che alla parola data e agli impegni presi dà valore zero...
martedì 15 aprile 2008
Diario elettorale 18: sud apripista di un governo nordista
I risultati delle elezioni hanno sancito la vittoria netta della destra di Berlusconi e l'affermazione straordinaria della Lega Nord di Bossi.
Il PD di Veltroni non ha realizzato la rimonta elettorale che sembrava registrarsi nelle piazze italiane anche se il 33% del partito è un passettino avanti rispetto al passato.
Di Pietro ha beneficiato del voto più "antiberlusconiano" e "antibassoliniano" dello schieramento, raddoppiando i propri consensi.
Disastro per la Sinistra Arcobaleno che si proponeva come elemento di disturbo a sinistra per il PD e nei numeri del Senato per il PDL e che invece raccoglie un pugno di mosche: nessun deputato e nessun senatore per una formazione che si stimava viaggiasse tra il 7 e il 10%: ha ottenuto il 3.
L'UDC è dentro alla Camera ma conquista senatori solo in Sicilia, resta fuori anche De Mita in Campania.
Fuori dal parlamento i Socialisti e la Destra: sembra essere nata veramente una nuova Repubblica con 4-5 partiti e non di più.
L'asse e il cuore del governo sono inequivocabilmente radicati nel Nord del Paese; il Sud, portatore di acqua e di voti, resta in attesa di capire, tra federalismo fiscale e tagli agli Enti locali, che ne sarà di sè.
Il PD di Veltroni non ha realizzato la rimonta elettorale che sembrava registrarsi nelle piazze italiane anche se il 33% del partito è un passettino avanti rispetto al passato.
Di Pietro ha beneficiato del voto più "antiberlusconiano" e "antibassoliniano" dello schieramento, raddoppiando i propri consensi.
Disastro per la Sinistra Arcobaleno che si proponeva come elemento di disturbo a sinistra per il PD e nei numeri del Senato per il PDL e che invece raccoglie un pugno di mosche: nessun deputato e nessun senatore per una formazione che si stimava viaggiasse tra il 7 e il 10%: ha ottenuto il 3.
L'UDC è dentro alla Camera ma conquista senatori solo in Sicilia, resta fuori anche De Mita in Campania.
Fuori dal parlamento i Socialisti e la Destra: sembra essere nata veramente una nuova Repubblica con 4-5 partiti e non di più.
L'asse e il cuore del governo sono inequivocabilmente radicati nel Nord del Paese; il Sud, portatore di acqua e di voti, resta in attesa di capire, tra federalismo fiscale e tagli agli Enti locali, che ne sarà di sè.
venerdì 11 aprile 2008
Diario elettorale 17: dalla... stà palla
Nemmeno il tempo di lasciar placare gli scambi di convenevoli tra i due candidati della destra, Berlusconi e Santanchè, all'insegna del "è una sberla" con inequivocabile risposta "è inutile che ci prova tanto non gliela do", che il dibattito elettorale si è animato con un nuovo colpo di teatro: Totti che appoggia il centrosinistra e Silvio che dinanzi al Colosseo risponde che "non c'è con la testa", facendo imbufalire i tifosi romanisti presenti per i quali l'ottavo re di Roma conta certamente di più del cavaliere di Arcore.
La palla passa ora agli elettori, speriamo per Silvio che se gli dovesse andar male almeno la Daniela ci possa ripensare...
La palla passa ora agli elettori, speriamo per Silvio che se gli dovesse andar male almeno la Daniela ci possa ripensare...
martedì 8 aprile 2008
Diario elettorale 16: la minaccia dei fucili
C'è poco da stare allegri.
Con il pretesto delle schede elettorali poco chiare, Bossi lancia nuovamente la minaccia di prendere in mano i fucili contro Roma.
Gli fa eco il leader dell'MPA Lombardo, promettendo di fare altrettanto.
Il guaio è che se l'annuncio folkloristico di Bossi sembra richiamare il linguaggio squadrista che tanto piace ai nostalgici della PDL, il monito dell'onorevole siciliano fa preoccupare ancora di più: si parte dalle lupare e si finisce con il tritolo.
E' l'Italia malata anno di grazia 2008.
Con il pretesto delle schede elettorali poco chiare, Bossi lancia nuovamente la minaccia di prendere in mano i fucili contro Roma.
Gli fa eco il leader dell'MPA Lombardo, promettendo di fare altrettanto.
Il guaio è che se l'annuncio folkloristico di Bossi sembra richiamare il linguaggio squadrista che tanto piace ai nostalgici della PDL, il monito dell'onorevole siciliano fa preoccupare ancora di più: si parte dalle lupare e si finisce con il tritolo.
E' l'Italia malata anno di grazia 2008.
giovedì 3 aprile 2008
Diario elettorale 15: il cuscino di Berlusconi
Berlusconi rifiuta il faccia a faccia e gli elettori sono costretti ad accontentarsi di interviste "singole" nella classica tribuna elettorale.
Al di là degli slogan e dei contenuti la cosa più simpatica è stata il cambio della guardia nello studio: Veltroni che entra dalla porta principale, Berlusconi che esce sul retro.
Nessun incrocio di sguardi, nessuna stretta di mano di circostanza, stessi intervistatori, stesso studio: solo un cuscino a fare la differenza.
Uno zelante assistente ha tolto infatti il cuscino sulla sedia, voluto da Silvio, appena prima che ci si sedesse Walter.
Sembrava di essere dal barbiere più che dal dentista, è come quando un ragazzino ci anticipa nel turno: un cuscino di troppo per quel cliente un po' piccoletto...
Al di là degli slogan e dei contenuti la cosa più simpatica è stata il cambio della guardia nello studio: Veltroni che entra dalla porta principale, Berlusconi che esce sul retro.
Nessun incrocio di sguardi, nessuna stretta di mano di circostanza, stessi intervistatori, stesso studio: solo un cuscino a fare la differenza.
Uno zelante assistente ha tolto infatti il cuscino sulla sedia, voluto da Silvio, appena prima che ci si sedesse Walter.
Sembrava di essere dal barbiere più che dal dentista, è come quando un ragazzino ci anticipa nel turno: un cuscino di troppo per quel cliente un po' piccoletto...
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