Sabato pomeriggio, durante Scozia-Italia, le telecamere hanno inquadrato uno striscione che faceva a cazzotti con il clima civile degli spalti scozzesi: "Verità per Gabriele. Ora ammazzateci tutti".
Emulare lo striscione dei ragazzi di Locri per proporre una assonanza tra giovani onesti e Ultras è una strumentalizzazione immorale.
Dispiace a tutti per la morte di Gabriele ma di certo la stessa nulla ha a che fare con il calcio, gli ultras o le cariche dei celerini.
Se poi i delinquenti che mettono a ferro e fuoco le città con il pretesto del pallone vogliono farsi una nuova verginità con il sangue di un povero ragazzo è necessario che siano i giornalisti a sottolineare i "dettagli" per evitare che agli osservatori arrivino messaggi distorti.
Ed allora, ragazzi delle curve, togliete quello striscione ed abbiate più rispetto, dei morti come dei vivi.
Vito Rizzo
lunedì 19 novembre 2007
venerdì 16 novembre 2007
Una pacca alla spallata
161 a 157 non è una partita di basket durata 8 "quarti", è soltanto la votazione del Senato sulla Manovra Finanziaria.
Berlusconi ha tentato fino all'ultimo la "spallata", atteggiamento alquanto scorretto considerato che, vista l'altezza, il suo colpo avrebbe mirato allo stomaco del povero Prodi.
Silvio non aveva considerato che, pur di parare il colpo, Prodi avrebbe fatto di tutto per accontentare i suoi alleati.
E' il momento di svelare il retroscena: immaginate la scena.
Inchinandosi ai diktat dei partitini da zerovirgolaqualcosa, Romano al momento della spallata aveva la testa abbassata proprio nella tradizionale postura da riverenza.
Ora a tutti è nota la testardaggine del professore ed è stata proprio a causa della sua "capatosta" che ad avere la peggio nell'impatto è stata alla fine la spalla del cavaliere.
Povero Silvio, questo non l'aveva proprio calcolato... ed ora tutti a consolarlo con una pacca sulla spalla per la delusione patita.
Attenzione, però, visto l'impatto, l'arto gli fa ancora molto male...
Vito Rizzo
Berlusconi ha tentato fino all'ultimo la "spallata", atteggiamento alquanto scorretto considerato che, vista l'altezza, il suo colpo avrebbe mirato allo stomaco del povero Prodi.
Silvio non aveva considerato che, pur di parare il colpo, Prodi avrebbe fatto di tutto per accontentare i suoi alleati.
E' il momento di svelare il retroscena: immaginate la scena.
Inchinandosi ai diktat dei partitini da zerovirgolaqualcosa, Romano al momento della spallata aveva la testa abbassata proprio nella tradizionale postura da riverenza.
Ora a tutti è nota la testardaggine del professore ed è stata proprio a causa della sua "capatosta" che ad avere la peggio nell'impatto è stata alla fine la spalla del cavaliere.
Povero Silvio, questo non l'aveva proprio calcolato... ed ora tutti a consolarlo con una pacca sulla spalla per la delusione patita.
Attenzione, però, visto l'impatto, l'arto gli fa ancora molto male...
Vito Rizzo
mercoledì 7 novembre 2007
Addio ad Enzo Biagi
Ieri mattina è venuto a mancare Enzo Biagi.
Maestro del giornalismo italiano per stile sobrietà e ironia.
Biagi ha dimostrato a quanti, come me, si avvicinano con passione a questo mestiere alcune linee guida:
- è possibile raccontare tutto, basta saper cogliere il linguaggio adatto;
- è preferibile farlo con semplicità, per rendere il fatto accessibile a tutti;
- è utile farlo con ironia, per cogliere la portata di ciò che si racconta a trecentosessanta gradi;
- è doveroso farlo senza opinioni precostituite o indotte;
- è necessario farlo con dignità, ossia nè con arroganza nè con compiacenza o servilismo.
Per la mia formazione è stato con Indro Montanelli un appuntamento fisso per acquisire e affinare, leggendo loro, uno stile di scrittura e un approccio aperto alla realtà che vive e si anima sotto i nostri occhi. Il gusto di raccontare, la curiosità di cogliere in un particolare, un gesto, un'espressione il senso profondo dell'interlocutore che si ha di fronte.
Vito Rizzo
Maestro del giornalismo italiano per stile sobrietà e ironia.
Biagi ha dimostrato a quanti, come me, si avvicinano con passione a questo mestiere alcune linee guida:
- è possibile raccontare tutto, basta saper cogliere il linguaggio adatto;
- è preferibile farlo con semplicità, per rendere il fatto accessibile a tutti;
- è utile farlo con ironia, per cogliere la portata di ciò che si racconta a trecentosessanta gradi;
- è doveroso farlo senza opinioni precostituite o indotte;
- è necessario farlo con dignità, ossia nè con arroganza nè con compiacenza o servilismo.
Per la mia formazione è stato con Indro Montanelli un appuntamento fisso per acquisire e affinare, leggendo loro, uno stile di scrittura e un approccio aperto alla realtà che vive e si anima sotto i nostri occhi. Il gusto di raccontare, la curiosità di cogliere in un particolare, un gesto, un'espressione il senso profondo dell'interlocutore che si ha di fronte.
Vito Rizzo
lunedì 5 novembre 2007
Altro che marginali
Oggi va in Senato la Finanziaria.
Come al solito nel secondo ramo del parlamento si gioca tutto sul filo di una manciata di voti.
Un gruppetto di senatori o anche un singolo senatore hanno una forza contrattuale che rischia di mandare in crisi il governo, impegnato a sedare le aspirazioni di ciascuna componente per renderle compatibili con l'interesse generale ed il programma dell'esecutivo.
Forze marginali. Soltanto che ormai in politica più della parola conta da tempo la finanza ed infatti se in italiano tra i sinonimi di "marginale" troviamo: insignificante, irrilevante, accessorio, irrisorio, trascurabile, superfluo, risibile, ininfluente; in Economia, invece, il valore dell’unità addizionale vede individuata come unità marginale quella che determina il raggiungimento della soglia di efficienza, la cui produttività è destinata a decrescere soltanto per le unità “superflue”.
Ciascuna di queste componenti sebbene abbia un "ruolo marginale" in termini elettorali (parliamo dello zerovirgolaqualcosa dei consensi) ha in aula un "peso marginale".
Paradosso italico: un peso troppo marginale per forze così marginali...
Come al solito nel secondo ramo del parlamento si gioca tutto sul filo di una manciata di voti.
Un gruppetto di senatori o anche un singolo senatore hanno una forza contrattuale che rischia di mandare in crisi il governo, impegnato a sedare le aspirazioni di ciascuna componente per renderle compatibili con l'interesse generale ed il programma dell'esecutivo.
Forze marginali. Soltanto che ormai in politica più della parola conta da tempo la finanza ed infatti se in italiano tra i sinonimi di "marginale" troviamo: insignificante, irrilevante, accessorio, irrisorio, trascurabile, superfluo, risibile, ininfluente; in Economia, invece, il valore dell’unità addizionale vede individuata come unità marginale quella che determina il raggiungimento della soglia di efficienza, la cui produttività è destinata a decrescere soltanto per le unità “superflue”.
Ciascuna di queste componenti sebbene abbia un "ruolo marginale" in termini elettorali (parliamo dello zerovirgolaqualcosa dei consensi) ha in aula un "peso marginale".
Paradosso italico: un peso troppo marginale per forze così marginali...
Iscriviti a:
Post (Atom)